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Domenica, 23 Settembre 2012

Da Galmarara a Campo Gallina

Tra silenzi e ricordi

Le valli Galmarara, Trentin e Portule situate nel cuore della zona nord dell’Altopiano di Asiago prospiciente a Cima Dodici, conservano le caratteristiche di territori pressoché incontaminati e solitari (escludendo i mesi vacanzieri di luglio e agosto). Luoghi nei quali la caratteristica dominante del paesaggio si ritrova negli aspetti glaciocarsici con campi rocciosi intervallati da profonde doline e da numerosi pozzi e grotte; la vegetazione arborea è formata quasi esclusivamente da estesissimi mugheti. Ma questo è anche un territorio dove evidenti sono i “segni di guerra”: le strade, anzitutto, come la Kaiser Karl Strasse, la Erzherzog Eugen Strasse, la Zoviello Strasse, ma anche la “cittadella” di Campo Gallina con i  resti di quella che fu una delle più importanti basi logistiche d’alta quota che l’esercito austro-ungarico realizzò tra l’estate del 1916 e l’autunno del 1917. Una base militare con un attrezzato ospedale da campo, baracche e depositi, teleferiche, una graziosa chiesetta, un piccolo cimitero, base e che costituiva il cuore pulsante della complessa macchina logistica austro-ungarica e poteva ospitare fino a 25000 soldati.

Dal bivio di quota 1614 metri della Val Galmarara si sale in direzione di Cima Dodici passando dal  Bivacco Tre Fontane; il percorso continua verso nord tra le cime del Corno di Campo Bianco da una parte e il Corno di Campo Verde dall’altro e porta al Bivio Italia (1987 m), crocevia di tre strade militari, con la lapide che ricorda la costruzione della Kaiser Karl Strasse. Qui già si ha un buon colpo d’occhio sull’Altopiano, ma anche sul massiccio del Grappa , sulle Dolomiti Bellunesi e sulle Pale di San Martino. Percorrendo la Kaiser Karl Strasse si piega ora a ovest raggiungendo il punto più alto del tracciato (2055 m) da dove, con direzione sud, perdendo gradualmente quota, si arriva all’ampia conca di Campo Gallina. La particolare conformazione dell’area e la rilevanza dei resti delle opere belliche ne fanno una sorta di “piccola Pompei” della Grande Guerra. Per chiudere l’anello non resta che aggirare a sud il M. Zoviello e quindi, oltrepassata la Busa del Molton, si arriva ben presto alla Malga Galmarara ed al punto di partenza.


  • Difficoltà: T (Turistico)
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Dislivello: 500 metri

  • Abbigliamento: Da media montagna
  • Mezzo di trasporto: Mezzi propri
  • Responsabile: Mara Pontarollo

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