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Sabato, 18 Giugno 2016
Domenica, 19 Giugno 2016

Giornata del Solstizio - Monte Rombon (2207 m) - Monte Cukla (1765 m)

Alpi Giulie - Gruppo del Canin

Oltre la dotazione ordinaria, sono necessari bastoncini, ramponi o ramponcini, caschetto di protezione, abbondante riserva di liquidi per l'aridità della zona attraversata (i punti di approvvigionamento idrico sono assenti!!!)
Il Monte Rombon, la cui sagoma inconfondibile si erge possente a nord-ovest di Caporetto, è stato uno dei capisaldi austroungarici che hanno garantito la resistenza del fronte giulio dall'inizio della Grande Guerra alle tristi giornate dell'ottobre 1917. Vi si svolsero lotte furibonde tra gli Alpini italiani, che attaccavano dal fondovalle dell'Isonzo e da Sella Nevea, e i Landeschützen carinziani e sloveni, che difendevano i monti di casa. Varie volte le truppe italiane tentarono invano di conquistare l'inespugnabile vetta in mano austriaca, subendo moltissime perdite, e venendo anche contrattaccate. Proprio per riconquistare il Čukla, un contrafforte del Rombon indispensabile come base di partenza per continuare gli assalti, venne qui schierato il Battaglione Alpino Bassano che nel maggio del 1916, con un attacco protrattosi per più giorni in condizioni inenarrabili, riuscì ad aver ragione della guarnigione nemica, rioccupando la cima del monte. A testimonianza di tanto valore fu eretto sulla sommità del monte un monumento che il passare del tempo, unito all'incuria se non all'astio degli slavi nei confronti degli italiani dopo vent'anni di fascismo, avevano fatto scomparire.
Il restauro dell'opera, operato recentemente dagli sloveni in un rinnovato spirito di collaborazione e rispetto tra i popoli un tempo nemici, ci ha suggerito l'idea di fare visita in occasione del centenario a questi luoghi, così significativi per noi e per i nostri "veci".
Nel corso del primo giorno giungeremo, via Gorizia, a Caporetto dove, nel pomeriggio, faremo visita al locale Museo della Grande Guerra con una guida d'eccezione: il nostro socio Paolo Pozzato, storico militare di levatura internazionale.
Sempre con Paolo a illustrarci gli eventi ivi occorsi, vi proponiamo per il secondo giorno un itinerario non troppo difficile dal punto di vista tecnico quanto faticoso per la sua lunghezza, specie sotto il sole estivo, costituito da un anello con partenza e arrivo a Bovec / Plezzo (Slovenia).
Con i suoi 2207 metri di altitudine, il Monte Rombon è l'unica vetta del gruppo del Canin situato interamente in territorio sloveno. Lo si riconosce facilmente per la sua sagoma, massiccia e solitaria, distante dal resto delle altre cime. Il nostro percorso prevede un lungo avvicinamento in quota su sentieri militari piuttosto comodi, tratteggiati sotto le creste soprastanti, attraversando tratti erbosi e ampi ghiaioni, arrampicandosi in alcuni punti tra le rocce affioranti, fino a giungere all'ultima risalita, quella più impegnativa, che porta direttamente sulla cima.
Prenderemo la funivia che da Bovec porta direttamente alle pendici del Monte Forato. Da qui si segue il sentiero che si inerpica verso nord fino a raggiungere Sella Prevala (2067 m), che divide a metà la catena centrale del Canin. Qui si è sul confine al di là del quale, guardando verso sinistra, è possibile scorgere il Rifugio Gilberti di Sella Nevea. Da questo momento in poi il percorso continua in un costante saliscendi tra i 1900 e i 2000 metri passando sotto la Forca Sopra Poviz e la Crnelska Spica. Il sentiero è unico, piuttosto ben segnato, e la vista è aperta sul versante sloveno e sulla valle dell'Isonzo.
Da Vrh Ribeznov a Prisna Glava il sentiero prosegue sulla cresta, dove, dalle pareti a strapiombo, è possibile curiosare sul versante nord, finora rimasto celato, e sulla stretta valle sottostante. Dai 1946 metri di Prisna Glava inizia l'ultima e inesorabile fatica che conduce ai 2207 metri della cima del Rombon. Qui a tratti si devono usare le mani per superare alcuni scalini rocciosi, ma senza fatica né pericolo, stando semplicemente attenti alla segnaletica che indica la via più semplice e accessibile. In cima, la meritata sosta permette di ammirare i monti circostanti. Tra tutti lo Jof di Montasio, la Forca de la Val, il Passo degli Scalini, il Lavinal dell'Orso, il Jof Fuart, la Cima di Riofreddo, la Cima e Sella Mogenza, la Cima e Sella Robon e, dalla parte slovena, le cime che guardano sulla Val Trenta.
Il ritorno prevede una discesa piuttosto ripida con 1750 metri di dislivello, che ci riconduce all'abitato di Bovec. Dalla cima si prende dunque il sentiero verso sud. Da qui in poi è possibile incontrare lungo il percorso quel che resta di trincee, bunker, vecchi baraccamenti e ricoveri costruiti durante la guerra, oggi usati dai pastori come rifugio per le pecore lasciate al pascolo sui ripidi pendii e facili da incontrare sparse qua e là. Piuttosto ben conservate, ad esempio, le mura perimetrali di quella che un tempo fu l'infermeria delle truppe italiane, mentre sulla gibbosità del Cuckla (1765 m), che si affaccia sul sentiero, si erge il monumento commemorativo ai caduti del Battaglione Bassano. Fatta qui sosta per qualche minuto di raccoglimento si continuerà lungamente, prima su sentiero scoperto e poi in un bel bosco misto di faggi e conifere fino raggiungere Plezzo/Bovec.
Vista la lunghezza dell'itinerario i capigita si riservano di valutare, in base alle condizioni meteo e dei partecipanti, se procedere con la salita alla cima del Rombon o aggirare in basso lo stesso lungo il pendio fino ad intercettare il sentiero che passa presso il colle del Čukla e poi a Bovec.


  • Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
  • Tempo di percorrenza: 8 ore
  • Dislivello: 650 metri in salita e 1750 metri in discesa

  • Mezzo di trasporto: Pullman
  • Responsabile: Anna Pettenon - Gianni Frigo - Paolo Pozzato - Piera Parolin

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