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Domenica, 12 Aprile 2015

Giornata di primavera - Da san Giorgio a Giazza

Lessini Veronesi

L'escursione prevede una semplice traversata, principalmente in discesa, partendo dagli ampi spazi dell'altopiano lessinico fino a raggiungere la Val d'Illasi, ai piedi del gruppo del Carega, e l'antico paese cimbro di Giazza.
I paesaggi degli alti pascoli della Lessinia sono il frutto di un millenario intervento antropico che ha comportato il massiccio disboscamento, la costruzione dei primi ripari pastorizi in legno e poi - a partire dal XVI secolo - l'edificazione di malghe in pietra calcarea, l'innalzamento di muretti di demarcazione territoriale a lastre verticali, lo scavo di pozze per l'abbeverata del bestiame, le "giazzare" per la conservazione dei prodotti lattiero-caseari, ecc..
Fu la Prima Guerra Mondiale a dare poi impulso alla costruzione delle carrarecce di pietrisco percorse oggi a piedi, in bici, a cavallo o con gli sci.
L'itinerario inizia dal parcheggio del Comune di San Giorgio (1505 m) ove incontreremo gli amici della Sezione CAI di San Bonifacio.
Si imbocca il comodo sentiero (segnavia 250) che costituiva , fino alla fine degli anni '60, la strada principale di collegamento dal paese di San Giorgio alla Conca dei Parpari. Il facile percorso consente di alzare lo sguardo per ammirare scorci e panorami a 360° che spaziano dalle cime più alte della Lessinia alla dirimpettaia dorsale di Campofontana, dalle Lobbie al gruppo del Carega, nelle Piccole Dolomiti. In lontananza, verso sud, s'indovina la grande pianura veneta. Da non dimenticare, verso ovest, il panorama sul Baldo in tutta la sua estensione e, con buona visibilità, il Lago di Garda nella sua parte meridionale.
Incontreremo quasi subito Malga Malera (1541 m), da qualche anno ristrutturata e aperta al pubblico. Di qui proseguiremo sempre lungo sentiero, compiendo una piccola variante per innalzarci lungo le pendici del Monte Grolla (1659 m) dalla cui sommità potremo ammirare dall'alto la lunga e stretta Valle di Revolto ed il paese di Giazza, mèta ultima della nostra escursione. Scendendo dalla cima, giungeremo ad un bivio che conduce, verso destra, alla Conca dei Parpari. Noi prendiamo invece a sinistra sull'antica carrareccia che scende dal Parparo chiamata Sentiero delle Gosse (segnavia 250 – E5; 1430 m).
E' questo uno degli storici e più frequentati collegamenti tra l'Altopiano Lessinico ed il Gruppo del Carega grazie alla facilità della sua percorrenza, attraverso una delle più belle foreste di faggio della montagna veronese. L'area boschiva ricopre una superficie di quasi 142 ettari. In tutta questa zona, fino alla metà del 1900, il faggio veniva largamente utilizzato per la produzione di legna da ardere e per la preparazione del carbone di legna. In seguito a questo tipo di sfruttamento, le fustaie originarie erano state trasformate in boschi cedui utilizzati ogni 15-25 anni. Negli ultimi cinquant'anni la minore pressione antropica ha favorito l'invecchiamento dei soprassuoli che, grazie ad interventi ben mirati, hanno riacquistato la fisionomia di vere e proprie fustaie.
Si scende dapprima con ampi avvolgimenti per poi addentrarsi nella rigogliosa faggeta che a tratti regala degli scorci sulla stretta ed incassata Valle di Revolto e sulla lunga e più ampia Val d'Illasi; risulta qui evidente il cambiamento dei paesaggi: dalle vastità e dai profili ondulati dell'Altopiano Lessinico all'asprezza del rilievo tipico del gruppo roccioso del Carega.
Scendiamo fino al paese di Giazza (759 m) o, come la chiamano i suoi abitanti che ancora parlano l'antica lingua cimbra, Ljetzan.
Dopo una sosta per pranzare al sacco o in qualche trattoria lungo le vie del paese, nel pomeriggio potremo effettuare la visita guidata all'interessante Museo Etnografico dei Cimbri dei Tredici Comuni Veronesi.
Al termine, salutati gli amici veronesi, il bus ci attenderà al parcheggio di Giazza per il rientro a casa.


  • Difficoltà: E (Escursionistico)
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Dislivello: 200 m in salita, 800 m in discesa

  • Mezzo di trasporto: Pullman
  • Responsabile: Anna Pettenon - Gianni Grigo - Benin (CAI San Bonifacio) - Ferrarese (CAI San Bonifacio)

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Zona dell'escursione

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