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Domenica, 01 Luglio 2012

Trodo dei fiori

Passo Brocon

Il Trodo (sentiero) dei fiori è uno degli itinerari naturalistici più affascinanti del Nord Est alpino con più di 400 specie di fiori che sbocciano nell’arco dei mesi estivi. Il tracciato si può dividere in tre parti: la prima, totalmente su prato-pascolo alpino, con fiori tipici dei terreni calcarei. Il percorso inizia al Passo Brocòn (1616 m) e ricalcando in parte vecchie mulattiere  raggiunge il Pizzo degli Uccelli, dove il percorso si fa piano e prosegue verso ovest a metà costa sul versante sud fino al Col del Boia. In quello stesso punto il “Trodo” si porta in cresta ed inizia la seconda parte, con fiori  basifili  e acidofili. Il crinale si fa sempre più sottile e roccioso ed è solcato da una trincea di guerra, nelle fessure della roccia che si sgretola si può ammirare una grande varietà di fiori. Raggiunto Col del Boia (2050 m) la vista spazia sulle Pale di San Martino, su Cima d’Asta, sulle Vette Feltrine e sulla Catena dei Lagorai. Da questo incrocio inizia la terza parte, si scende verso nord alla Forcella della Cavallara, dove passa la linea tettonica della Valsugana che pone a contatto il granito di Cima d’Asta con  i calcari del Giurese medio-sup. e del Cretaceo inf.. Intuibili le conseguenze sulla flora; l’appassionato può ritrovare, vicinissime, specie legate a terreni acidi e specie di rocce calcaree. Citiamo due esempi assai noti, quali la vicarianza tra la Pulsatilla alpina (calcifila, dalle corolle bianche) e la Pulsatilla apiifolia (calcifuga, dalle corolle gialle) e quella tra i due rododendri, il Rhododendron hirsutum e il Rhododendron ferrugineum.

Si segue il sentiero 387 a fianco del  laghetto di Sternozzena e si arriva a Col del Rigon per il pranzo. Il rientro al Passo Brocòn avviene percorrendo a ritroso lo stesso percorso.


  • Difficoltà: E (Escursionistico)
  • Tempo di percorrenza: 6 ore
  • Dislivello: 500 metri

  • Abbigliamento: Da media montagna
  • Mezzo di trasporto: Mezzi propri
  • Responsabile: Pietro Dalla Valle - L. Bonin

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